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Saluti

di Mihai Bărbulescu. Direttore dell’Accademia di Romania in Roma

L’idea di questo convegno la dobbiamo a uno degli amici costanti dell’Accademia di Romania, l’avvocato Enrico Silverio, noto per le sue ricerche sull’antichità romana. Egli ha scoperto negli archivi dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, diretto dall’eminente studioso prof. Paolo Sommella, nuovi interessanti documenti sul viaggio in Romania dei membri dell’Unione Storia ed Arte nel 1921. Questa visita ricambiava quella che i romeni avevano intrapreso a Roma un decennio prima, in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia.

I due eventi del 1911 e del 1921 non erano semplici visite turistiche, ma erano rivestiti di una particolare valenza simbolica, costituendo l’espressione dei legami fraterni tra italiani e romeni in virtù della comune romanità. Basti ricordare che in quell’occasione, nel cuore dell’antica Dacia, a Cluj, venne posta una copia del monumento della Lupa capitolina, donata da “Roma madre”.

Gradualmente, attorno a quest’idea si è strutturato il convegno di oggi. Vi hanno aderito specialisti italiani e romeni che puntualmente ricorderanno le varie Orme di Roma, dalla comune antichità, quando in Dacia comparvero le prime immagini della Lupa capitolina quale vero signum originis, fino ai momenti dell’epoca moderna, quando si cristallizzò nei romeni l’idea della propria appartenenza alla latinità, e ai momenti del 1911 e 1921.

Il convegno di oggi non è semplicemente commemorativo. È qualcosa di più: una nuova manifestazione dei rapporti scientifici e amichevoli tra l’Accademia di Romania e rappresentative istituzioni scientifiche e culturali italiane.

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