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Premessa

di Silvana Balbi de Caro. Direttore del Bollettino di Numismatica

La giornata di studio sui rapporti tra Roma e la Romania è stata l’occasione per mettere a fuoco alcuni interessanti aspetti di un tema ricco di sfaccettature e sorprese alla cui divulgazione non è rimasta estranea neppure la moneta che, in quanto voce ufficiale dell’Impero, ne ha sottolineato, con Traiano, le diverse fasi di integrazione e sviluppo che hanno caratterizzato i rapporti di Roma con i territori d’oltre Danubio, dai denari con la Dacia capta ai sesterzi con la Dacia Augusta, senza trascurare la citazione della colonna istoriata innalzata in Roma per celebrare il successo dell’impresa (figg. 1-2).

Figura 1 – Traiano (98-117 d.C.). Denario emesso dalla zecca di Roma tra il 114 e il 115 con la colonna traiana (rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 1 – Traiano (98-117 d.C.). Denario emesso dalla zecca di Roma tra il 114 e il 115 con la colonna traiana (rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 2 – Traiano (98-117 d.C.). Denario emesso dalla zecca di Roma tra il 114 e il 115 con la colonna traiana (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 2 – Traiano (98-117 d.C.). Denario emesso dalla zecca di Roma tra il 114 e il 115 con la colonna traiana (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Traiano, consapevole della capacità di suggestione delle immagini impresse sulle monete, capaci di raggiungere, passando di mano in mano, ogni cittadino romano fino nei più remoti angoli dell’Impero, non mancò di utilizzare anche tale mezzo di comunicazione per esaltare i successi militari e politici del proprio governo.

Significativa, a questo proposito, la serie di monete che raffigurano la Dacia dapprima prostrata al suolo, le mani legate dietro le spalle, sui denari del 103-111 d.C. (Dacia capta) (fig. 3) o seduta su un cumulo di armi, tristemente pensosa dei propri destini, sui sesterzi dello stesso periodo (fig. 4), e poi provincia feconda, alla quale Roma volle affidare le insegne del potere militare (fig. 5).

Figura 3 – Traiano (98-117 d.C.). Denario emesso dalla zecca di Roma tra il 103 e il 111 con raffigurazione della Dacia Capta (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 3 – Traiano (98-117 d.C.). Denario emesso dalla zecca di Roma tra il 103 e il 111 con raffigurazione della Dacia Capta (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 4 – Traiano (98-117 d.C.). Sesterzio emesso dalla zecca di Roma tra il 106 e il 111 con la Dacia seduta su scudi accanto a trofeo (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 4 – Traiano (98-117 d.C.). Sesterzio emesso dalla zecca di Roma tra il 106 e il 111 con la Dacia seduta su scudi accanto a trofeo (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 5 – Traiano (98-117 d.C.). Sesterzio emesso dalla zecca di Roma tra il 111 e il 114 con la provincia Dacia Augusta (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

Figura 5 – Traiano (98-117 d.C.). Sesterzio emesso dalla zecca di Roma tra il 111 e il 114 con la provincia Dacia Augusta (particolare del rovescio). Roma, Museo Nazionale Romano, Medagliere

La presenza di putti con spighe e grappoli d’uva e lo schematico sedile di rocce su cui siede la Dacia contribuiscono a dare, a quest’ultimo soggetto monetale, un respiro quasi di rilievo storico, che non rifugge da suggestioni antiche specie nel richiamo alla feracità dei territori di nuova conquista.

Un messaggio che, non a caso, si differenzia tra moneta in argento e moneta in bronzo. Sulla prima, infatti, utilizzata, tra l’altro, per pagare il soldo all’esercito, la conquista della Dacia viene esaltata utilizzando schemi e iconografie tradizionali, mentre sulla seconda, destinata ai piccoli scambi e pertanto largamente diffusa tra la popolazione, la Dacia, oramai provincia romana, fregiandosi del titolo di Augusta, vi appare nella nuova condizione di paese fiorente, ricco di messi e di viti, promessa di benessere per tutti gli abitanti dell’Impero.

Un tema, questo, che la Roma dei primi secoli dell’era volgare non trascurerà mai di sottolineare, segno e sigillo di una politica di espansione territoriale che, assicurando la Pax romana e l’ordine nelle terre conquistate, ne garantiva la prosperità e lo sviluppo, rinsaldandone al tempo stesso i legami con Roma, cuore pulsante dell’Impero.

Radici profonde, quindi, quelle che, germogliate fin dagli anni della Repubblica romana, si sono sviluppate nel tempo, riprendendo linfa e vigore ad ogni occasione di incontro. Fino ad oggi.

Basti qui ricordare, tra gli altri, gli scambi culturali tra Italia e Romania promossi in occasione delle celebrazioni per i 50 anni dell’unità d’Italia nel 1911, ai quali viene dato ampio spazio nell’attuale giornata di studio, o la mostra della civiltà geto-dacica in epoca classica, promossa dai due paesi e allestita presso la curia nel Foro romano dalla Soprintendenza archeologica di Roma nel dicembre dell’ormai lontano 1979, specchio della vita e dell’anima di un popolo … amante della pace, desideroso dell’amicizia di tutti i popoli e occasione straordinaria di studio su materiali di scavo e rinvenimenti monetali di grande interesse.

La pubblicazione degli atti della giornata di studio promossa dall’Accademia di Romania in Roma il 16 novembre 2012 nella serie on line del Bollettino di Numismatica del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo vuole pertanto essere non solo un concreto riconoscimento dei comuni interessi di ricerca e di studio ma anche la promessa di una futura sempre più stretta collaborazione istituzionale e scientifica fra i nostri paesi.

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